Talento e corsa, in mezzo la scrittura. Così definirei questo numero di Primavera. Il talento non si coltiva, c’è o non c’è. Come la predisposizione a fare del bene. La corsa è perseveranza, la scrittura è concentrazione. A luglio il Riflesso della Notizia compie due anni. Una mezza maratona come quella da Mondolfo e Fano. Si sta sviluppando un equilibrio tra capacità ed energia. E continuiamo a respirare, per sentire il battito del cuore. A scandire il tempo è il nostro passo. Il maratoneta è più lineare galleggia nello spazio, mentre chi fa jogging solo la domenica non spezza il fiato.
E così è nella vita. Lungimiranza e riflessione per raggiungere la consapevolezza del posto e del ruolo che si ricopre. E soprattutto da che parte stare. Gli ignavi secondo Dante sono i peggiori. Superati probabilmente solo da chi pensa di essere onnipotente, fregandosene del mondo. Ed ecco che entra in gioco chi ha talento per correre, per aprire dei varchi, per abbattere dei limiti. Senza il potere della parola e della scrittura tutto però sarebbe vano.
Oggi siamo tutti social e acqua fresca. È necessario tornare a camminare e pensare. Allenare la mente e fare nascere idee muscolose. Come la Fondazione Homobonus. Come chi opera nelle realtà del volontariato. Come chi con storie in vernacolo ci riporta da dove veniamo, per non dimenticare le nostre origini.
«La storia siamo noi» canta Francesco De Gregori. Ed è proprio così: «Il calvinista è libero perché non riconosce nessuna autorità esterna… l’italiano non si ribella perché non ha acquisito il senso religioso della libertà», ci ricorda Stefano Quadri nei suoi appunti di ricerca.
Allora indossiamo delle scarpe comode e proviamo a sentire il rumore della terra sotto le nostre suole al vento. Il talento di costruire un’impresa non si impara a scuola, è vero, ma si può educare la sensibilità, si può scardinare l’indifferenza con la valorizzazione della gentilezza.
Ora focalizziamo tutte le nostre forze su un punto di luce.
Un traguardo immaginario. Dove ci sono tante persone che aspettano per applaudirci.