UN FESTIVAL DI ECCELLENZE
Nel segno del connubio tra natura e cultura torna il richiamo della Land Art al Furlo. «Con la 15esima edizione del Festival quest’anno – hanno spiegato gli organizzatori dal presidente della Casa degli Artisti Antonio Sorace e dalla cofondatrice Andreina De Tomassi - si chiude l’anello nel bosco del ‘Cammino di Sant’Anna’: un’opera collettiva durata cinque anni. Che include cento lavori artistici, creati su pedane lunghe due metri, posati a terra su un antico tratturo. Si tratta di mosaici, pitture, foto, graffiti e ceramiche».
Insomma: «Una sorprendente street art, che si snoda nel bosco alle pendici del Monte Paganuccio. È il ‘Cammino’ più corto ed emozionante del mondo, con i suoi 200 metri che rappresentano un omaggio alla natura e allo stupore». Perché il tutto, hanno ribadito i promotori, «si inserisce in un paesaggio di rilevante biodiversità, ricco di piante autoctone: dalla quercia al leccio, dall’acero al frassino. Tra ginestre, ellebori, orchidee selvatiche: l’arte e la cultura camminano insieme».
Da segnalare che il Parco di Sculture rimarrà aperto tutto l’anno a ingresso libero. Resta poi sempre visibile l’installazione-poema di Sisto Righi. Spazio anche al mosaico a parete di Michele Picone e Katia Grasso intitolato ‘Per uno stacco d’ali’. È un omaggio ai 15 anni di attività della Land Art al Furlo.
«La natura nell’arte, o meglio l’arte che corteggia la natura, è lo scopo che ci siamo prefissati, come Casa degli Artisti già dal 2003 - afferma Andreina De Tomassi della Casa degli Artisti di Sant’Anna del Furlo -. Dopo 15 anni di Land Art al Furlo e residenza creativa per centinaia di ospiti, abbiamo creato un ponte tra la Porta dell’Est e la Porta dell’Ovest della Riserva. Sarà il progetto futuro insieme al Polo Turistico La Ginestra, quello di creare un percorso d’arte tra il Passo del Furlo e Sant’Anna del Furlo».
E ancora: «Abbiamo cominciato con una land art pura - dice la De Tomassi -. Nata in America negli anni Sessanta, la land art è un movimento che si contrappone alle gallerie e a un sistema d’arte chiuso. L’elemento principale, però, risiede nel fatto di creare opere utilizzando materiali del luogo. Col tempo abbiamo visto che le creazioni non duravano a lungo e abbiamo cominciato a usare materiali diversi ma sempre compatibili. Nel nostro statuto la prima regola è la salvaguardia della biodiversità».
L’associazione è anche residenza creativa e laboratorio di restauro per l’Università di Urbino. «Non facciamo pagare nulla né vendiamo nulla: è un baratto culturale il nostro». E all’arrivo c’è un cartello ad accogliere chi entra che recita: «Area di rispetto del sentire».
Info: www.landartalfurlo.it.