La più diffusa piattaforma di e-commerce del mondo, offre anche un efficace servizio che permette di autopubblicare qualunque cosa, in forma di libro, sia cartaceo che digitale. Di servizi simili ne esistono diversi, ma questo si è velocemente imposto grazie al fatto che si abbina efficacemente alla opzione di vendita online, anche se, ovviamente, ogni pubblicazione finisce per “annegare” nel mare magnum dei milioni di titoli in catalogo.
Ma nel pieno di un agosto in cui sono quasi tutti in ferie, in una nazione composta di gente che legge talmente poco che chi arriva a dodici libri all’anno è classificato “lettore forte”, irrompe la notizia di un libro autopubblicato e che in pochi giorni ha scalato le classifiche di vendita, piazzandosi al primo posto.
E questo, grazie ad un imponente piano marketing, innescato da chi si è sentito offeso e vilipeso, e che in seguito alle sue vibrate proteste, riprese da opinionisti di variabile livello di importanza mediatica, ha fatto sì che tutti, ma proprio tutti gli organi di stampa si siano occupati di questo libro, del suo autore e delle sue opinioni, quivi elencate, proclamate e generosamente descritte.
Naturalmente io non ho alcuna intenzione di entrare nel merito di quanto scritto nel libro, ma non posso fare a meno di chiedermi, e chiedere agli esperti di marketing e comunicazione, anzi, ai commerciali delle agenzie di m&c, quanto vale in euro la pubblicità che si sta così generosamente regalando a questo libro?
Ovvero: per avere pubblicità gratis bisogna impegnarsi ad esprimere opinioni contro qualcuno che poi, ormai sembra matematico, diventerà il più efficace strumento di promozione di ciò che ambirebbe, per difendersi, a condannare?
C’è chi potrebbe pensare che scrivo questo per invidia, perché anche io qualche anno fa ne ho scritto uno, di libro. Nel mio però si elogia la vita, si argomenta e discetta di buoni sentimenti e travolgenti emozioni, e siccome non me la prendo con nessuno, nessuno se lo fila. E un po’, forse è anche vero.
Ma cazzo, dico io, e la parolaccia è voluta, così magari qualche associazione di indignati contro il turpiloquio nella stampa, appunto si indigna, anzi, si incazza e regala un po’ di visibilità a gratis a questo pezzo e al giornale tutto… Insomma (…), dicevo, libro a parte, che questa storia della pubblicità a gratis, mi fa proprio saltare la mosca al naso. E allora, per dissipare ogni ipotesi di invidia commerciale, voglio ricordare che già qualche anno fa mi trovai a battibeccare con diversi esperti e professionisti della comunicazione.
Era successo che un anonimo deturpatore aveva comprato una bomboletta di vernice nera e invece di scrivere sui muri le solite banali insulsaggini, aveva deciso di alzare il tiro e di attingere al repertorio della propaganda nazista, scaricando la sua nauseabonda “vena creativa” su insegne, muri e marciapiede di una scuola pesarese. In pochi minuti le foto, diffuse dalla stampa online e rilanciate da indignati di ogni genere e grado, erano diventate, come si dice, virali fino a far arrivare la notizia sulla bacheca facebook del Presidente del Consiglio in carica, e di lì a poco sui tg e radiogiornali nazionali.
Come è possibile, continuo a chiedermi, che non sia chiaro che questa visibilità è esattamente quello che cercano questi esagitati, e che spesso, addirittura grazie alla solerzia di chi a parole condanna ma nei fatti esalta, ottengono in quantità maggiore alle aspettative.
Non è evidente che così si finisca per andare nella direzione opposta a quella dichiarata, rendendo “mitiche” a colpi di condivisioni e clic, le gesta di questi inqualificabili soggetti? Oppure, tornando da dove siamo partiti, facendo diventare un caso editoriale un libro che con tutta probabilità, senza questa fortunata scorciatoia per il successo sarebbe stato letto da parenti, amici e conoscenti dell’autore?
Insomma, concludendo, voglio ribadire la mia richiesta indirizzata agli strateghi del marketing: mi preparate, per favore, un vero e proprio preventivo? Vorrei sapere quanto mi potrebbe costare, in euro, raggiungere un risultato come quello ottenuto gratis nei casi in questione.
Mentre aspetto resto dell’idea che tutto prenda avvio dalle prese di posizione delle “vittime”. Senza quelle nessuno ne avrebbe parlato. Neanche noi. Mentre l’unica risposta efficace di chi si sente ferito sarebbe l’oblio, lasciando agli autori l’onere di autopromuovere a proprie spese il frutto della cotanta e sacrosanta libertà di opinione.
Che l’oblio sia il loro incubo e la loro “condanna” temo proprio invece che in questo “mondo al contrario” (cit.) il messaggio che finisce per passare sia: “ecco qua una facile scorciatoia per diventare famosi”…