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Immagine del redattoreAndrea Mancini

La povertà è Relazionale

In foto: Luca, Emilia e Marianna. Giovani volontari caritas e servizio civile


Ciascuno di noi almeno una volta nella vita è stato costretto a fare i conti con il dolore o purtroppo a rapportarsi con qualcosa più grande di se stessi, un qualcosa che a tratti è sembrato essere insormontabile.


Di fronte a ciò, nonostante molti di noi vivano la realtà come un mondo di infinite possibilità concrete da poter percorrere ogni giorno e anche come una sfida a trovare la soluzione migliore con le risorse che ciascuno di noi può mettere in campo, ci siamo trovati inermi, spiazzati, senza la forza di mettere in campo alcunché.


Spesso anche la fragilità è in qualche modo spiazzante. Viviamo in un territorio che studia e progetta azioni più o meno valide di contrasto alla povertà, in un territorio di persone sensibili alle tematiche sociali, ma spesso ciò che ti tiene fermo, ciò che ti impedisce di mettere in atto tutto te stesso per cambiare la tua situazione, non è la conseguenza alla mancanza di servizi e offerte provenienti dal territorio, ma la conseguenza di un vuoto più grande.


È il vuoto delle relazioni mancanti, è il vuoto dell’impossibilità di condividere la propria gioia o il proprio dolore con qualcuno di caro, è il vuoto in cui si ritrovano molte persone che abitano o che passano per la nostra città. Ed è da questa sensazione che si è partiti quando Caritas ha deciso di aprire un centro di ascolto piuttosto che un centro servizi.


Il centro di ascolto è il luogo in cui la persona fa il suo primo accesso in Caritas e il luogo in cui c’è sempre qualcuno disponibile a conoscere ad imparare e a mettersi in gioco per condividere un tratto di strada con le persone che scelgono di entrarci. Il principale luogo della Caritas inserisce nel suo nome la sua identità e anche il suo messaggio principale.


La povertà non è solo materiale, la fragilità è un aspetto globale e riguarda in primis la mancanza e la qualità delle relazioni quotidiane. Il centro d’ascolto nel 2021 ha visto entrare dalla porta principale 616 persone, portatrici tutte di un disagio economico, abitativo, alimentare, occupazionale, ma soprattutto con un grido di solitudine inascoltato.


Partire dalle relazioni è la chiave per costruire nelle persone quella sensazione di proattività ormai persa e aiutarle a custodire un sogno di rivalsa e riscatto sociale. In questo panorama si inseriscono tutte le azioni che Caritas può mettere in gioco: un sostegno economico, una soluzione abitativa emergenziale, un pasto caldo e tanto altro.


Ma tutte queste soluzioni, rilette nell’ottica relazionale non sono viste come il fine ultimo dell’operato di Caritas, ma soprattutto come lo strumento necessario per stare accanto alle persone e accompagnarle nei possibili percorsi di cambiamento.


Al centro d’ascolto tutti possono essere utili, basta avere la possibilità di mettere a disposizione un po’ di tempo, ma soprattutto la volontà di mettersi in gioco e l’interesse a farsi cambiare la prospettiva dagli incontri che avverranno durante il proprio servizio

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