In bici sulla ciclabile. Sottomonte una doccia sgorga acqua a fiumi. Mi fermo. Provo a chiudere il rubinetto. Niente. È una cascata. Mi giro vedo in un tavolo di un bar in spiaggia un gruppo di persone. Chiedo: «Non si ferma il getto?». Rispondono: «È guasta» e continuano a bere il caffè in serenità.
È agosto. È caldo. È estate. È festa. Ma possibile che davanti a una fonte che perde litri di acqua, in emergenza idrica, nessuno muove un dito? L’indifferenza. Il “non mi riguarda”. La stupidità. E via a fare aperitivi.
E intanto lì a pochi metri l’acqua, il bene comune più prezioso, allaga il marciapiede, nel festival dello spreco più ingiustificato. Sono in un bosco, percorro un sentiero. È bello. E poi all’improvviso in un lato della scarpata una bottiglietta di plastica vuota che fa a cazzotti con il muschio che le fa da letto verde.
Qualche esploratore della domenica, ha passeggiato, bevuto e poi lanciato ciò che non gli serviva più. L’egocentrismo. La pigrizia. La noncuranza. Nel giardino di un quartiere di Pesaro.
Sono con il cane. Mi si avvicina una signora. Mi chiede con accento sudamericano qualcosa da mangiare. La disperazione nei suoi occhi neri. Le dico che alla Caritas c’è una mensa dove può andare se ha fame. Mi ringrazia. Tantissimo. Ma lei vuole un lavoro e potersi pagare da sola il cibo senza dovere fare l’elemosina.
Aggiustare il rubinetto della doccia nella battigia, conservare nello zaino la bottiglietta di plastica vuota, offrire opportunità a chi le chiede ma non le vengono proposte. Piccoli gesti. Basterebbe davvero poco se ognuno di noi si fermasse a chiudere il getto, raccogliere i rifiuti abbandonati, fermarsi e ascoltare chi chiede aiuto. Nessuno di noi è il salvatore del mondo.
Ma tutti insieme possiamo salvarlo se avessimo una maggiore attenzione a ciò che ci circonda, a tutte le forme di vita che incrociamo, anche per solo un momento. Senza l’acqua ci estingueremo. Senza una mentalità ecologica la natura si rivolterebbe. Senza attenzione per l’altro il senso più profondo dell’umanità verrebbe disintegrato in mille pezzi che taglierebbero come burro il vero significato di esistere.