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Immagine del redattoreBeatrice Terenzi

La Cultura ci Salverà?



Conoscere è uno strumento di pace. Dove pace è intesa anche come rispetto. Se ci fosse maggiore consapevolezza magari ci sarebbero meno conflitti. Dove il termine conflitto abbraccia tante forme di convivenza sociale, animale e vegetale.


Partendo dalla lettura di un libro si «viaggia» e si esplora. E l’altro non è più un qualcosa da cui difendersi. Anzi è una relazione da intrecciare per arricchirsi. Occorre accompagnare le nuove generazioni in biblioteca, al cinema, a teatro, a una conferenza sull’ambiente, a un convegno politico. Dove politica ha il suo significato originale, ovvero polis, città, luogo di confronto.


La cultura è prima di tutto conoscenza di se stessi, delle proprie capacità, ma anche dei propri limiti. E da quei limiti è necessario compiere il salto verso nuovi orizzonti di qualsiasi forma essi siano.


Se si puntasse maggiormente sulla cultura come conoscenza, come educazione, come consapevolezza magari con la cultura si inizierebbe anche a mangiare. Che allo stato delle cose può sembrare solo una chimera.


Perché si è abituati a nutrirsi solo con il business, con lo sfruttamento, con la strumentalizzazione, con il più forte che sottomette il più debole. Invece, se si avesse una visione più ampia, più lontana, si potrebbero cambiare le prospettive.


E poi con la cultura si annulla il tempo e lo spazio, si entra in una dimensione che va oltre e per assurdo non si invecchia, perché la conoscenza non ha età. Se questi concetti entrassero nel comune sentire, nella costruzione di una società, nel modus vivendi, probabilmente meno angherie, meno violenze, meno prepotenza e meno incomprensioni.


Magari un mondo di lettere, dialogo e mani tese è solo un sogno di menti folli. Ma se si cominciasse ad avvicinare sempre di più i giovani all’arte, alla musica al senso del bello, tutte forme espressive che annullano confini geografici, fazioni partitiche, credi religiosi, e si concentrano solo sulla conoscenza come energia inclusiva, potenza accogliente, un solo e grande orecchio che ascolta, un solo grande abbraccio che si protende verso tutto quello che ci circonda, attraverso una rete di relazioni, connessioni tra esseri viventi che condividono lo stesso pianeta di cui desiderano prendersene cura.

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