Dal 9 all’11 ottobre si è tenuto ad Ancona, il Vertice G7 Salute, ovvero il summit dei ministri della salute dei sette paesi “più ricchi al mondo”, per discutere le principali sfide sanitarie globali. Tra i temi affrontati anche quello legato all’invecchiamento attivo. Il tema della salute, e soprattutto quello della prevenzione, richiama fortemente la nostra attenzione come Caritas, in quanto siamo testimoni di come oggigiorno la commistione tra problemi socio economici e problematiche sanitarie dia vita a situazioni multi-problematiche estremamente complesse, a cui è difficile far fronte da soli.
Nel servizio capita sempre più spesso di ascoltare storie di persone che non riescono ad accedere a interventi di prevenzione e alle cure mediche di base. L’accesso alle terapie è talvolta difficoltoso per chi non ha i fondi disponibili per una visita specialistica privata o per accertamenti diagnostici improrogabili.
Pensiamo agli anziani soli con pensioni minime, a nuclei monoreddito o con lavori precari con familiari malati, a persone con patologie invalidanti senza reti sociali o familiari. La scelta in alcuni casi è purtroppo quella di rimandare o addirittura rinunciare alle cure per non pesare eccessivamente sul bilancio familiare.
Uno scenario che è progressivamente mutato rispetto al 2016, anno di apertura a Fano del servizio del Centro Salute Caritas che cercava di rispondere prevalentemente al bisogno di assistenza medica delle persone straniere o senza fissa dimora non iscritte al Sistema Sanitario Nazionale che si rivolgevano alla Caritas.
Ancora oggi le persone incontrate sono per lo più di nazionalità straniera (circa il 70% del totale), ovvero coloro che si trovano più spesso in presenza di barriere di tipo giuridico, linguistico, economico. Negli ultimi due anni il numero di persone incontrate presso il Centro Salute è rimasto piuttosto stabile: 92 persone nel 2022 e 108 nel 2023. Quello che si registra è un aumento di persone over65 che si rivolge al centro per motivi di salute. Un dato che passa dal 7,6% delle persone incontrate nel 2021 al 15% nel 2022.
Medici, operatori e volontari si alternano nel servizio e spendono in maniera volontaria le proprie competenze per assistere le persone che non possono permettersi visite mediche e farmaci, oltre ad orientarle e accompagnarle nell’iscrizione al Sistema Sanitario Nazionale laddove possibile. Nel 2022 sono stati erogati in tutto 312 interventi, di cui 109 per l’acquisto di farmaci e 110 per visite mediche specialistiche ed esami clinici. Nel 2023 gli interventi sono saliti a 354, facendo registrare un aumento del numero di richieste per visite mediche specialistiche.
Questi dati, e il progressivo invecchiamento della popolazione, ci dicono che la salute sarà una delle sfide dei prossimi anni, per cui sarà necessaria un’attenzione sempre più forte da parte di tutta la società civile.