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Immagine del redattorePaolo Pagnini

L’Aria Buona



Mi piace ogni tanto pensare ad un mondo ideale. Un mondo nel quale, nelle città si possa respirare aria buona e salubre. Magari non proprio la stessa che ci si aspetta di trovare in un bosco o sulla sommità di una vetta, ma che almeno ci si avvicini.


Come tutti ci spiegano, è in gran parte colpa delle auto. E anche dei riscaldamenti. Pensando ad una città come la nostra, in effetti il traffico privato a volte sembra sproporzionato e un po’ troppo invadente.


E allora, magari mentre sono io stesso lì nel traffico, al contempo vittima e colpevole, mi metto ad immaginare una città nella quale… Nella quale ad esempio l’azienda dei trasporti e quella che gestisce i parcheggi, non fossero in concorrenza, ma collaborassero, anzi, fossero proprio una azienda unica.


Infatti, se è vero che il fondamento di una società commerciale sana è il profitto, tenendole separate, l’obiettivo economico di una società di trasporto pubblico chiaramente confligge con quello di una società che gestisce i parcheggi a pagamento.


La prima vorrebbe vendere più biglietti possibile a chi decide di lasciare l’auto a casa e la seconda invece punta ad un traffico privato di mezzi che prima o poi devono pur parcheggiare. Insomma è chiaro che l’interesse di una nuoce all’altra e viceversa.


Se poi aggiungiamo che le amministrazioni, mettendo a bilancio preventivo gli introiti delle multe è come se puntassero sul cittadino trasgressore, diventa evidente come tutto questo non va di certo nella direzione dell’aria buona.


Ricordo un giorno di maggio 2020, quando in pieno lockdown ero dovuto uscire di casa per andare ad un controllo medico, ed ero rimasto quasi abbagliato dalla limpidezza dell’aria, dall’esplosione di fiori, dal colore profondo del cielo. E ricordo che all’epoca si vociferava anche di ammanchi nei bilanci comunali di tutte le città del mondo, a causa dei mancati introiti per le contravvenzioni.


Ovviamente non ho nessuna nostalgia per uno dei peggiori periodi dell’intera storia umana. Ma se dovessi pensare alla mia città ideale, quella che punta all’aria buona, me la immagino con una unica azienda che gestisce parcheggi e trasporti pubblici. E che da una parte limita al massimo lo spazio dedicato ai parcheggi, e dall’altro dirotta verso l’uso dei mezzi pubblici con un servizio efficiente, il traffico privato, soprattutto “pendolare”, quello di chi esce di casa, fa pochi minuti di tragitto e poi ne spende a volte di più per cercare parcheggio, poi va al lavoro, e a fine giornata sale di nuovo in macchina e torna a casa.


E, al contempo punta anche, perché no, all’uso delle biciclette, per le quali strutturare un servizio di custodia a pagamento, che renda tutti sicuri di ritrovare l’amato (e sempre più caro e prezioso) bene, al momento del rientro.


Per chi viene da fuori città e dalle periferie, in punti strategici andranno realizzati alcuni capienti e ben attrezzati ed arredati parcheggi scambiatori, ombreggiati da vegetazione e tettoie con pannelli solari, collegati da una rete di navette gratuite che accompagnano fin proprio nella piazza principale del centro storico, che così verrebbe anche rivitalizzato da questo ruolo di hub pedonale.


Le casse comunali forse soffriranno per il calo di introiti da multe e da parchimetri e parcometri vari, ma per il bene e la salute fisica e psicologica dei cittadini questo ed altro. O no?

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