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Immagine del redattoreBeatrice Terenzi

IL Senso di Colpa Dovrebbe essere Oggettivo



Il senso di colpa. È soggettivo. È culturale. È sociale. È geografico. Eppure dovrebbe essere oggettivo. Uno stato di fatto. Un codice universale. Quanta violenza, quanta prevaricazione, quanta ingiustizia sarebbero debellate se solo ci fosse un’unica interpretazione di ciò che sviluppa la responsabilità individuale che se tutti la praticassero diventerebbe il senso comune di convivenza. Il senso di colpa nasce dentro la famiglia e poi esce da essa per appollaiarsi in tutti gli altri ambiti della vita. Amicizie, amore, lavoro.


Il troppo senso di colpa è nocivo quanto l’assenza del senso di colpa. A spaccare i due filoni di pensiero è il senso civico. Senza senso sociale, senza una visione ampia del territorio e dei suo abitanti, è durissimo lo scambio culturale. Inclusione è ascolto, è sensibilità nei confronti di ciò che c’è fuori di noi.


Ma non è anarchia. Ecco perché qui entra in gioco il senso di colpa. Ed ecco anche perché il senso di colpa non può essere circoscritto a un episodio o un aspetto umano. Il senso di colpa deve avere una valenza universale. Altrimenti si frana dentro a un buco nero.


Il senso di colpa sano blocca le azioni che potrebbero avere conseguenze amare in tutti i campi. Il senso di colpa sano, porta, anche se a volte a fatica, a riconoscere ciò che gravita intorno a se stessi.


Pensieri, persone, animali, vegetali. Se si teme di «fare del male» non lo si fa. Ed è qui tutto il senso della convivenza con tutti gli esseri viventi del pianeta. A sconvolgere un principio elementare è però la potenza esplosiva dell’ego. A mettere a ferro e fuoco un paradigma semplice e «facile» è il desiderio di prevalere.


Passando per interessi economici e bassi tornaconti. Ma l’aspetto più pericoloso di tutti è l’inconsapevolezza. L’inconsapevolezza crea i maggiori danni. La conoscenza pur nella sua straordinaria bellezza, spesso, non regge l’urto in un ipotetico confronto diretto. Nasce così un duello millenario tra le due realtà. Due realtà che solo il senso di colpa, quello sano, potrebbe domare.


Sono solo parole, qualcuno potrebbe replicare. Ma le parole hanno un peso. Le parole sono pietre. Le parole costruiscono palazzi e grattacieli. Non sono solo parole.

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