Quaresima, quaranta giorni, un numero significativo che ricorre più volte nella Bibbia: i giorni che Gesù passa digiunando nel deserto, la durata del diluvio universale, il tempo che Mosè rimane sul monte Sinai, gli anni trascorsi da Israele nel deserto.
Ha origine all’inizio della vita della Chiesa, nel IV secolo, quando terminate le persecuzioni si assiste a progressive conversioni di massa dal paganesimo al cristianesimo. Per diventare cristiani occorreva ricevere il battesimo, che veniva conferito solo una volta l’anno nella veglia pasquale.
Ecco perché il periodo che precedeva la Pasqua divenne un tempo specifico di preparazione e conversione, un tempo con uno scopo non solo penitenziale ma prevalentemente ascetico-illuminativo. Fu poi esteso nel corso dei secoli a tutti i cristiani, affinché attraverso questo intenso cammino si possa giungere alle celebrazioni pasquali con sempre maggiore consapevolezza, ricentrando la propria vita su ciò che vale.
Per questo il mercoledì delle Ceneri, che apre il tempo della Quaresima, pone un segno forte: durante la messa viene posta sul capo della cenere. Dalla cenere l’uomo è creato, come raccontato all’inizio della Bibbia, e ad essa ritorna, a significare la caducità della vita, in confronto al senso ultimo delle cose. Lungo le domeniche di questo tempo, la Chiesa ha cercato di tracciare delle “strade”.
Ne “percorriamo” una, il vangelo della risurrezione di Lazzaro, l’amico di Gesù (Gv 11,38-44): “Allora Gesù, commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». …Tolsero dunque la pietra… [Gesù] gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». Un morto che torna a vivere, come un’anticipazione della risurrezione di Gesù: la morte vinta per sempre. Quello che avviene è un segno, parla a noi oggi: Gesù freme di compassione e di amore anche per me.
Lazzaro è ciascuno di noi nel suo limite dell’esistenza. Gesù ci sta davanti e ci grida: Vieni fuori! Vieni fuori dalla tua indifferenza, dal tuo egoismo, dal disordine in cui vivi, dalla tua disperazione, dal tuo non senso. Ecco quello che il tempo della Quaresima vuole fare: invitarci ad uscire dalle nostre tombe, dai nostri luoghi di morte, là dove non abbiamo vita e delle bende ci impediscono di camminare.
Prima di recarsi al sepolcro dell’amico Lazzaro, Gesù disse alla sorella di lui, Marta: «lo sono la risurrezione e la vita. Ci credi tu?». Questa domanda vuole risuonare nell’intimo come una promessa: Io sono la risurrezione e la vita, la vita in pienezza. Ci credi tu?