Ecco tutto quello che volevate sapere sul peccato originale, ma non avete mai osato chiedere, parafrasando il mitico Woody Allen
Parlare oggi di peccato è già out, figurarsi parlare di Peccato Originale. Poniamo la domanda: ma come fa un bambino appena nato, innocente, ad avere già addosso un peccato? Tanto da necessitare, per la religione cristiana, il battesimo che significa appunto lavacro.
Ma partiamo dall’inizio perché questa questione parte proprio dall’inizio. Siamo nelle prime pagine della Bibbia dove si parla di Adamo ed Eva, un racconto mitologico (non scientifico!) per dirci, non come sia andata la creazione del mondo e come si siano evolute le prime creature, ma per dirci il senso e il perché delle cose, e tra queste la realtà del male, di cui l’uomo ha sempre fatto esperienza.
Ci dice il racconto che Dio, così come farebbe una mamma davanti ad un pericolo per il suo bimbo, mette in guardia Adamo dal mangiare i frutti dell’albero della conoscenza del bene e del male (non la famosa mela, conseguenza di un errore di traduzione nel corso dei secoli).
Interviene poi il serpente, rivolgendosi ad Eva, col mettere in dubbio che Dio voglia veramente bene all’uomo e alla donna, ma sia piuttosto geloso della loro vita e non voglia quindi che abbiano autonomia e libertà. Il gesto che compiono, di mangiare del frutto dell’albero “proibito”, è ciò che la teologia chiamerà Peccato Originale, che non è non aver ascoltato e obbedito a Dio, ma è ciò che dà origine ad ogni altro peccato: mettersi al posto di Dio, credersi Dio.
E questa è la logica del “mondo” di cui parla il Vangelo di Giovanni, dove per mondo non si intende l’universo, od ogni cosa ed essere creato, ma si intende il male che si trova nel mondo, quel male che la Bibbia raffigura come un serpente, che si insinua senza fare rumore, ma che può essere così pericoloso da essere mortale, dando all’uomo l’illusione di essere lui stesso Dio.
Ecco allora che un bambino appena nato non è segnato in se stesso dal peccato, ma è ciò che lo circonda ad essere segnato dal male ed è da questo male che Dio e quindi poi la Chiesa vuole preservarci, così come una madre per esempio, vorrebbe preservare il figlio dalle cattive compagnie, dai luoghi pericolosi, dal mettersi nei guai.
Nelle Scritture infatti, il significato più pieno della parola peccato è “fallire il bersaglio”, cioè il peccato ci porta da un’altra parte rispetto a un bene desiderato. Ecco perché nel rito del battesimo, che nei vari “effetti” ha quello di lavarci dal Peccato Originale (catechismo della Chiesa cattolica, 1213: “Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato”), veniamo unti. È il gesto che veniva compiuto nell’antichità dal lottatore per sfuggire alla presa dell’avversario ed essere più forte.
Si traccia con quest’olio una croce sul petto del battezzando per significare la forza di Cristo, ad intendere la possibilità di sfuggire in questo modo alla presa del male, che quindi non è dentro di noi ma fuori di noi, perché ogni creatura nasce sì segnata, ma dall’essere immagine e somiglianza di Dio