Come preannunciato veniamo all’Italia dopo Utrecht.
Torino è definita una città molto noiosa ed abitata da una popolazione di oziosi, cioè da militari, preti, nobili e servi di lusso.
Venezia, causa lo spostamento degli interessi commerciali dal Mediterraneo all’Oceano Atlantico, è in lento declino politico, economico e sociale.
La Toscana, con industria e banche annientate dalla concorrenza dei Paesi protestanti, è divenuta un Paese agricolo con le casse dello Stato vuote ed un pesante debito pubblico. Neanche la ricca Toscana riuscì a sfuggire alla decadenza causata dalla Controriforma e dal dominio spagnolo sulla penisola.
Lo Stato Pontificio è quanto di peggio si possa immaginare: il contrario di quello che Niccolò Machiavelli e Tommaso Moro avevano immaginato nelle loro utopie. Figuratevi cosa può essere una popolazione composta per un terzo di sacerdoti, un terzo di persone che lavorano poco e per un terzo di persone che non lavorano affatto.
Un paese privo d’agricoltura, commercio e industria, dove il reddito nazionale consiste nei contributi dei paesi stranieri in progressiva diminuzione. Tutto è in mano alla pletorica burocrazia. Ad uffici si aggiungevano altri uffici per sistemare gli amici, e gli amici degli amici.
Tutto è basato sul compromesso, sulle raccomandazioni e sulle bustarelle. Il Papa, essendo Capo dello Stato e capo della Chiesa, cumula sia il potere temporale, che quello spirituale. L’unico ceto laico è l’aristocrazia.
Ma essa, dopo che si era estinta quella che derivava dagli antichi romani, a causa delle invasioni barbariche, è ora costituita dalla cosiddetta aristocrazia “nera”. L’avevano formata i Papi Farnese, Aldobrandini, Borghese, Sforza, eccetera, concedendo ai loro familiari titoli nobiliari.
E così si spiega il perché tra clero e nobiltà non poteva esserci contrapposizione e nemmeno competizione: il Cardinale diventava Principe, e il Principe diventava Cardinale.
Via via che un Papa veniva eletto, i suoi familiari diventavano nobili romani. La borghesia a Roma è composta da professioni come notai, avvocati e medici, tutti al servizio della Chiesa.
Una borghesia sorda al vento illuminista che stava pervadendo tutta l’Europa. L’unico ceto vivo è il popolino: ignorante, superstizioso e scansafatiche, talvolta violento e sanguinario, ma festaiolo e spiritoso.
Per il governo pontificio l’economia politica è una scienza sconosciuta. La città di Napoli è un caos. Le campagne dell’entroterra sono infestate dalla malaria e dai briganti. Non ci sono strade. I contadini sono in balìa dei baroni e dei parroci.
Il risultato di questa società basata su disuguaglianze vergognose dette vita a quella che De Brosses, con orrore, descrisse come “la più formidabile canaglia che sia mai strisciata sulla faccia della Terra”.
L’unica società in movimento che non avversa l’economia politica, la finanza, l’amministrazione e l’agricoltura è quella di Milano che il trattato di Utrecht ha donato all’Austria. (continua)
Purtroppo dopo centinaia di anni alcune “usanze” di quel tempo sono vive ancora oggi.