Nel 1701, alla morte di Carlo II di Spagna, le truppe francesi di Luigi XIV invasero la parte meridionale dei Paesi Bassi di proprietà spagnola. Ne derivò uno squilibrio del potere politico e militare in Europa, che indusse Inghilterra e Austria ad allearsi contro Luigi XIV.
I Paesi Bassi furono trasformati in un campo di battaglia e l’11 aprile 1713 venne firmato il Trattato di Pace di Utrecht, con il quale Luigi XIV rinunciò al trono di Spagna ed i territori meridionali dei Paesi Bassi vennero dati all’Austria assieme all’Italia.
E così l’Italia, che, grazie al trattato di Cateau-Cambrésis del 1559, era un’esclusiva colonia spagnola da 150 anni (1559-1713), diviene, grazie al trattato di Utrecht, una colonia austriaca, francese e spagnola equamente ripartita per altri 150 anni (1713-1861 Unità d’Italia).
E questo trattato, che ci relega per altri 150 anni al ruolo di colonia, viene considerato in Europa una “pietra miliare della storia europea” con questa motivazione: “Dopo due secoli di guerre sanguinose l’equilibrio è finalmente ripristinato e si è pronti per mantenere e difendere la pace sul territorio europeo”.
Nel 2013, per la commemorazione del Trattato di Utrecht, la città venne nominata “città culturale d’Europa”. Nel Settecento quindi la situazione è la seguente: in Olanda, Svizzera e Inghilterra il potere è già nelle mani del Parlamento; in Austria, Francia e Spagna il potere è ancora in mano agli Asburgo e ai Borbone, di cui l’Italia è una dipendenza equamente ripartita.
Dopo Utrecht, Olanda e Inghilterra sono Nazioni che agiscono in base ad interessi nazionali, e non dinastici. L’Inghilterra cerca vantaggi concreti, perché la guerra la fa il cittadino che paga di tasca sua. Il cittadino vuole il Canada, con il suo grano, il legname e le pellicce. Vuole il controllo dei mari. Dei titoli e dei troni per i suoi Re se ne infischia.
Il partito dei Tory rappresenta i conservatori legati alla terra; mentre quello dei Whigs rappresenta i progressisti, legati a industria e finanza. L’Inghilterra ha una flotta invincibile, grandi banche, grandi industrie e una moderna organizzazione politica.
La Scienza inglese dà la precedenza alla ricerca tecnologica, che dà inizio alla rivoluzione industriale. Darby costruisce il primo altoforno, suo figlio il primo ponte di ferro; Reynolds la prima ferrovia; Wilkinson trova il modo di costruire le navi di ferro consolidando il dominio della flotta mercantile inglese; Hargreaves perfeziona il telaio che produce il quadruplo di qualunque altro europeo; Watt fa la prima macchina a vapore.
L’Inghilterra allargava il suo impero coloniale per cercare materie prime e vendervi i suoi prodotti, non per arricchire di nuove province la corona del loro Re, come facevano spagnoli e francesi. Ecco perché questo impero ha resistito fino ai giorni nostri. “Questa Inghilterra faceva scuola al resto d’Europa: la scuola non dell’alta filosofia, ma dello spirito pratico e utilitario, cioè di una cultura al servizio della società”.
(continua)