La violenza visiva. Che si trasforma in cinema fai da te. E così tutti possono diventare registi di film horror. La brutta copia di Arancia meccanica. È sufficiente un cellulare e zero cervello per partorire gesti efferati.
Il guaio è che tutti possono accedere alla camera dei cretini. La fantasia e la potenzialità della tecnologia vengono infangate anziché esaltate. Lo spettacolo del sangue versato dai gladiatori nell’antica Roma ora si traduce nella giostra pazza del tik tok.
I protagonisti però sempre più spesso non sono paesaggi o cene di compleanno. Le pizze con gli amici evidentemente non bastano più per divertirsi. Sono in aumento episodi che si tuffano nella miseria umana. Siamo arrivati al punto che per ridere bisogna torturare, stuprare, ammazzare, annullare la parte umana e dell’anima per ricoprire le vesti di esseri infernali.
L’essere immondo non ha età, il comune denominatore è la totale mancanza di educazione, rispetto, civiltà, amore. E come ogni volta che si esercita potere su altri, gli altri sono i più deboli e i più fragili. Il dittatore è pure, tra le tante altre cose, un vigliacco.
È stata un’estate anarchica. In balìa di gente che ha compiuto azioni contro la vita, contro la libertà, contro le leggi, contro il mondo umano e animale. Una stagione, quella del sole e del mare, che dovrebbe al contrario essere attraversata solo da onde di sensibilità e rispetto. E perché no anche relax e divertimento. Ma quello sano che non macchia, che non mina, che non distrugge.
La violenza rappresentata e girata come trofei da esibire e di cui vantarsi dovrebbe essere ignorata dalla stessa madre che genera questi mostri, ovvero i media, i social, l’informazione a tutto tondo. Ma questo non è possibile perché è un nutrirsi reciproco come il duello-accoppiamento del Tenente Ripley con l’alieno in Aliens al cubo.
È una guerra persa già nel suo nascere. La violenza in tutte le sue forme è il cancro di tutti i tempi. La lama della ghigliottina ora è lo streaming dello smartphone. È incredibile come uno strumento dalle mille opportunità positive possa tragicamente cambiare volto e uso.
È questa la maggiore sconfitta dell’uomo e della donna e di ogni genere umano. Un fallimento della coscienza che si ramifica anche nella distorsione del bombardamento di spot nell’allucinante gara di vendere il più performante impatto emozionale.