DUE NOTE DI STORIA Testo tratto dal libro: "Il grand theatro di Pesaro. Guida letteraria alla città" di N. Cecini
GLI ORTI GIULI (SEC. XIV). DISEGNO DI ROMOLO LIVERANI (1840)
Uno dei rari spazi verdi, organizzati a giardino, nella struttura urbanistica di Pesaro, restano gli Orti Giuli. Il piccolo parco con alberi, scalinate, statue, aiuole e minuscole costruzioni ad arco, di sapore neoclassico, insiste sul bastione roveresco detto del Carmine.
Questo, con molta parte del sistema murario, perduta la funzione militare difensiva, con il passare dei secoli si era lentamente degradato fino a diventare una vera bruttura all’ingresso della città, a lato di Porta Rimini.
Si deve all’iniziativa del conte Francesco Cassi, gonfaloniere della città, il recupero dell’area insita nel bastione del Carmine per trasformarla in un giardino arcadico, dedicato alla memoria del letterato Giulio Perticari, morto nella villa di S. Costanzo nel 1822.
Probabilmente alla realizzazione di questo progetto, al Cassi non dovevano essere estranee le sollecitazioni Dei Sepolcri (Brescia, 1807) di Ugo Foscolo e il motto ciceroniano posto a mò di epigrafe “I diritti degli Dei Mani saranno inviolabili” e se si vuole anche i celebri endecasillabi “A egregie cose il forte animo accendono / L’urne de’ forti, O Pindemonte; e bella/ E Santa fanno al peregrin la terra/ Che le ricetta” (U. Foscolo, 1807).
Anche se in realtà la tomba di Giulio Perticari era nella non lontana chiesa di S. Giovanni. Nel 1827 Pompeo Mancini, ingegnere del Comune, con partecipe perizia, trasformò il bastione e il terreno circostante in un armonioso parco con orto botanico, secondo il gusto neoclassico del tempo.
La varietà delle piante e dei fiori doveva essere molteplice se veniva redatto perfino un Catalogo delle piante dei giardini e dei vivaj annessi agli Orti Giuli di Pesaro per l’ anno 1840 (Pesaro, 1840).
Nel 1830 il giardino era finito come attesta la lunga epigafre pubblicata da Giuliano Vanzolini nella Guida di Pesaro (Pesaro 1864) dove vengono enunciate anche le motivazioni della realizzazione: “Perché non mancasse degno luogo/ Al monumento onorario/ Che gli associati all’ edizione/ Del volgarizzamento della Farsaglia innalzano alla memoria di Giulio Perticari/ Questo deserto Bastione vestivasi della presente amenità/ Aiutandone la spesa cortesi cittadini d’ogni ordine/ Per far onore al caro estinto/ E a così nuova pietà/ E gentilezza italiana/ Francesco Cassi a’ suoi benemeriti soci e concittadini/ MDCCCXXX” (G. Vanzolini, 1864).
Dal che si deduce che nei giardini doveva essere collocato anche un monumento a Giulio Perticari che non venne mai realizzato. Al suo posto c’ è ancora un piccolo busto nella parte più alta del giardino, da dove si domina l’allungarsi della Valle del Foglia.
Con sapiente regia però il Cassi aveva già mobilitato gli amici letterati per divulgare la sua benemerita inizitiva. In questa ottica si deve leggere la plaquette, Lettera del prof. Maurizio Brighenti al conte Francesco Cassi Gonfaloniere intorno al Belverde di S. Benedetto in Pesaro (Pesaro, 1828).
Accanto a lodi esorbitanti si trova anche la prima descrizione degli Orti Giuli. Questo è l’ingresso “un lungo ordine di cancelli fra pilastri murati elegantemente ne circonda oggi l’inferiore estremità e dannovi entrata in due luoghi della strada corriera” (M. Brighenti, 1828) e questa invece è la descrizione dettagliata del giardino “...un lunga piazza circolare che mette all’ampia gradinata, onde si guadagna la sommità del terrapieno.
Accompagnano di qua e di là la gradinata due ali di muro a scaglioni destinati a sostenere statue, sfingi, o altri simili ornamenti, e finscono voltandosi di fronte in due arcate con sopravi un attico e due epigrafi, che invitano al godimento di due riposti giardini” (M. Brighenti, 1828).
Oggi la topografia è in parte cambiata, ma lo spirito memorialistico serpeggia ancora tra i sempreverdi degli Orti Giuli.