In realtà in questo giorno durante la Messa, fin dal Medioevo, viene annunziata ai fedeli la data della Pasqua e delle altre feste mobili di tutto l’anno. L’epifania è più un inizio che una fine delle feste, legata inoltre anche alla “Candelora”.
Il nome epifania (epiphaneia = manifestazione) denota la sua origine orientale. In Egitto il 6 gennaio vi erano celebrazioni in onore del Sole Invincibile, che i cristiani hanno sostituito con la manifestazione di Cristo a tutte le genti.
Dal secolo IV in questa festa l’Oriente cristiano si concentrerà sul battesimo di Gesù, l’Occidente invece sull’adorazione dei magi. Ben presto queste figure di sapienti divennero tre poiché il Vangelo parla di tre doni (oro, incenso e mirra), furono poi chiamati re e dal secolo IX ottennero dei nomi: Gaspare, Melchiorre, Baldassarre.
Il loro culto si è rafforzato a partire dal secolo XII quando l’imperatore Federico Barbarossa prese le loro reliquie da Milano e le trasportò nella cattedrale di Colonia. «Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo”... videro il bambino e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra» (Mt 2).
Il vangelo richiama la grandiosa processione dei popoli verso Gerusalemme cantata dal profeta Isaia (Is 60: «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce… Cammineranno i popoli alla tua luce... verranno a te i beni dei popoli… portando oro e incenso»), che pone al centro una stella a simboleggiare il viaggio dello spirito, la via della fede.
La stella è simbolo di chi cerca, del buio di chi non trova che viene rischiarato, come annuncia la profezia: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1). E la Candelora? Si celebra il 2 febbraio (quaranta giorni dopo Natale) e per chi avesse occasione di andare in piazza san Pietro a Roma in questo giorno, potrà notare che albero e presepe sono sempre al loro posto, a significare che il Natale arriva fino a questa festa.
È una celebrazione presente dai tempi antichi sia in Oriente che in Occidente e rispettivamente: festa dell’incontro (Hypapantè) e festa della luce (Candelora). Incontro che si ebbe nel tempio di Gerusalemme tra il vecchio Simeone e Gesù bambino qui portato dai genitori per essere offerto a Dio come prescritto dalla Legge di Mosè.
Simeone profetizzando proclama Gesù come salvezza offerta a tutti i popoli, luce che illumina le genti. In ricordo di questo fatto, del Vangelo di Luca, si introdusse il rito della benedizione delle candele e la festa prese il nome popolare di Candelora. C’è quindi come un vortice di luce che dal Natale, passando per l’Epifania, arriva fino alla festa della Candelora, luce che in seguito ritroviamo nello splendore della Risurrezione, fino poi al fuoco della Pentecoste.