Ci accompagna, quasi come un continuo del precedente articolo, la figura di San Francesco di Assisi, nel mese in cui ricordiamo la sua morte. Come lui arrivi interiormente a questo definitivo passaggio è già descritto nel numero scorso, ma manca un aspetto. Dopo i fatti di La Verna, che accadono 2 anni prima della sua morte, il Santo scrive una preghiera: le “Lodi di Dio Altissimo” e le scrive proprio lì, sul monte di La Verna, dopo aver ricevuto le Stimmate.
Così scrive:
“Tu sei santo, Signore Iddio unico, che fai cose stupende.
Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei l’Altissimo.
Tu sei il Re onnipotente. Tu sei il Padre santo, Re del cielo e della terra.
Tu sei trino e uno, Signore Iddio degli dèi.
Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene, Signore Iddio vivo e vero.
Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza. Tu sei umiltà.
Tu sei pazienza. Tu sei bellezza. Tu sei sicurezza. Tu sei la pace.
Tu sei gaudio e letizia. Tu sei la nostra speranza.
Tu sei giustizia. Tu sei temperanza. Tu sei ogni nostra ricchezza.
Tu sei bellezza. Tu sei mitezza.
Tu sei il protettore. Tu sei il custode e il difensore nostro.
Tu sei fortezza. Tu sei rifugio.
Tu sei la nostra speranza. Tu sei la nostra fede.
Tu sei la nostra carità. Tu sei tutta la nostra dolcezza.
Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.”
(FF261, dagli Scritti di San Francesco, anno 1224)
L’incontro forte, profondamente intimo, che fa con il Cristo gli permette un passaggio importante, come se dal dire: «Aiutami, fammi, dammi, consolami» passasse a: «Tu sei per me tutto, Tu sei la bellezza, ciò che dà pace, consolazione, speranza, al mio cuore».
Francesco è stato un uomo dal grande sogno di diventare cavaliere, poi un riformatore nella Chiesa. Il suo sogno però lo raggiunge quando a La Verna “depone le armi” e disarmato si lascia ferire nel cuore e nel corpo per diventare un’immagine vivente di Colui che ha scelto la croce, il Messia sconfitto. Il celebre monaco Thomas Merton, così commenta: “L’aver Francesco ricevuto le Stimmate fu un segno divino che fra tutti i santi egli era il più somigliante a Cristo.
Meglio di ogni altro era riuscito nell’opera di riprodurre nella sua vita la semplicità, la povertà e l’amore di Dio e degli uomini che caratterizzano la vita di Gesù. Conoscere San Francesco vuol dire comprendere il Vangelo e seguirlo nel suo spirito sincero e integrale, è vivere il Vangelo in tutta la sua pienezza”.
Soltanto quando Francesco si lascia abbracciare totalmente da Cristo, sperimenta in pienezza la trasformazione del suo sguardo: da se stesso a Dio, da io a Tu. Ed è così che sono sgorgate dalle sue labbra le “Lodi a Dio Altissimo”. Francesco ora vive ciò che Gesù vive. Con Gesù scritto nella sua carne, abita nel Suo cuore. Ora lo conosce nel profondo. È il suo tutto e nulla più gli manca. Ora può dare del “Tu” a Dio.