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Immagine del redattorePaolo Pagnini

Cosa ci è Successo?

BRUCE SPRINGSTEEN - PRIMO CONCERTO ITALIANO SAN SIRO 21/06/85


Digitando su Google la parola “successo” in 0,24 secondi il motore di ricerca assicura di avere scovato circa 260.000.000 (duecentosessantamilioni) di risultati.


Per orientarci e chiarirci un po’ le idee, proviamo allora a chiedere cosa ne “pensa” l’intelligenza artificiale Chat GPT: “Il successo è un concetto soggettivo e poliedrico che varia notevolmente da persona a persona.”


Non mi accontento e dunque vado a leggere cosa scrive il Dizionario Online Treccani: “Un successo è un risultato favorevole, la buona riuscita di qualcosa.”


A questo punto provo a dire anche io la mia: a mio parere, il successo è la corrispondenza di un risultato con quanto era atteso. Mi spiego con due esempi.


  1. Se organizzo un concerto di un artista di gran nome, in un posto splendido, e siccome ho le spese coperte da uno sponsor, il biglietto sarà anche gratuito, sono certo che sarà un successo. Ma non posso dimenticarmi che dietro la grande riuscita dell’evento ci sono questi tre punti di forza: artista, posto, gratuità. Devo assolutamente ricordarmelo, quando organizzerò il prossimo, soprattutto nel caso che uno o più di questi elementi cambino.


  2. Mettiamo che ho aperto un negozio, che si trova in una via di grande transito e con un bel parcheggio; e che tratto un genere merceologico richiestissimo, per di più, in esclusiva. Un bella fortuna, no? E se per qualche motivo dovessi essere costretto a trasferirmi? E se arrivasse la concorrenza?


Ogni iniziativa prende avvio da una ipotesi, da una idea. Si avvia l’attività. E dopo si verifica il risultato. E se corrisponde con quanto ci si aspettava, allora si potrà parlare di successo. Ecco perché è fondamentale, monitorare tutti i casi. Anche quelli di successo.


Invece, a me sembra, che venga fatto raramente. Ma chi non è in grado di valutare i motivi del suo successo come saprà e potrà fronteggiare un eventuale insuccesso? Il destinatario (cliente, pubblico, lettore) che troppo spesso è valutato solo dal punto di vista quantitativo, (“c’era un sacco di gente”) è un parametro significativo?


Sono domande insolite. Ed è difficile a volte anche solo avere il coraggio di farsele, queste domande, magari ascoltando poi chi possiede quell’autorevolezza che possa rendere significative e dunque utili le risposte.


Invece oggi otteniamo solo una sovrabbondanza di opinioni non richieste, che invece di un giudizio argomentato, se la cavano con un perentorio mi-piace/non-mi-piace, rinunciando a qualunque tentativo di approfondimento e dunque di potenziale miglioramento e crescita.


Ci ritroviamo a questo punto a rincorrere il consenso, inseguendo l’illusione di diventare magicamente e fortunosamente, ma di certo non meritatamente, “organizzatori di successo”.


Quando poi malauguratamente succede che l’atteso successo cala o non arriva proprio, l’“organizzatore di (in) successo” a quel punto, e solo a quel punto, cerca (ma non trova) né i motivi, né le spiegazioni, né tantomeno qualcuno in grado di suggerire miracolose soluzioni.

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