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Immagine del redattoreFilippo Cordella

Conti Correnti «Fragole, panna e champagne»



Navigando nei vari siti web che mettono a confronto quelli che sono i rendimenti offerti su conti correnti e conti di deposito mi è caduta l’attenzione sulla fantasia dei nomi di alcune istituzioni finanziarie: Teddy Bank, Banca Tichi-tacha, Conto Brandy, Banca Rock&Roll (non sono proprio queste le esatte ragioni sociali ma rendono l’idea).


Sono rimasto, invece, meno colpito dai tassi di remunerazione in considerazione di alcuni basilari concetti:


1) aprire un conto presso una banca e versarci le proprie disponibilità, rappresenta in concreto un prestito che si sta facendo a quella banca; prestito che dovrà essere rimborsato alla scadenza (nel caso di un conto di deposito vincolato) o immediatamente dietro semplice richiesta (nel caso di un conto corrente).


2) i tassi che una banca offre su conti correnti e conti di deposito sono legati alla sua necessità di reperire capitali e sono, di regola, inversamente proporzionali alla sua stabilità finanziaria.


Ciò vuol dire che se un istituto - in un momento in cui, ad esempio, il sistema bancario si finanzia al 3% - decide di offrire ai depositanti il 4%, lo fa per uno dei seguenti motivi:


1) realizzare una promozione temporanea al fine di attirare nuovi clienti (che poi talvolta – finito il periodo promozionale - si ritrovano a dover restituire - sotto forma di maggiori commissioni e spese - quell’extra rendimento percepito all’inizio);


2) difficoltà a finanziarsi a tassi normali di mercato a causa di una non ottimale situazione economico-finanziaria (situazione di cui se ne fanno ovviamente carico i clienti-depositanti).


A titolo informativo il 21 dicembre scorso Banca d’Italia ha sottoposto “Smart Bank” (banca on line) alla procedura di amministrazione straordinaria al fine di “ripristinare condizioni di sana e prudente gestione” con contemporaneo scioglimento del Consiglio di Amministrazione e del Comitato di Sorveglianza.


“Smart Bank” si era messa in evidenza nei mesi precedenti per via di un’offerta particolarmente attraente con conti di deposito a 5 anni a tassi crescenti fino all’8,25% ed a 20 anni al tasso fisso del 7%.


Da ricordare anche come, nell’ultimo anno, negli Stati Uniti diverse banche (tra cui Silicon Valley Bank, First Republic Bank e Signature Bank) siano state costrette a chiudere i battenti per non essere riuscite a far fronte alle richieste di rimborso dei depositanti dopo che le centinaia di miliardi di dollari che avevano precedentemente raccolto erano stati – incautamente - investiti in obbligazioni e titoli di stato a lungo termine che - col rialzo dei tassi del 2022 – si erano poi pesantemente svalutati.


Tornando in Italia è doveroso ricordare l’esistenza del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) che garantisce i depositi bancari fino a 100.000 €. La dotazione finanziaria del FITD, costituita con le contribuzioni annuali delle banche consorziate, è ad oggi pari a 4,6 miliardi di euro corrispondenti allo 0,63% dei 740 miliardi di euro di depositi (fino a 100.000 €) complessivamente esistenti.


Logico quindi pensare che nel caso eccezionale di una crisi sistemica del comparto bancario, questo meccanismo di garanzia potrebbe andare incontro a qualche difficoltà di applicazione.


Concludendo, suggerisco comunque di continuare ad utilizzare tranquillamente conti correnti e conti deposito cercando di valutare con attenzione la banca che li propone, i costi totali ed i rendimenti effettivi.


A riguardo di questi, ricordo che da oltre un anno i titoli di stato sono tornati a rappresentare un’ottima alternativa garantendo (anche grazie anche alla tassazione agevolata del 12,5%) rendimenti netti spesso superiori anche di quei conti correnti e certificati di deposito “fragole, panna e champagne” (usando le parole di un recente tormentone estivo).

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