I media raccontano che il 7 ottobre sia stato Hamas a iniziare. O forse è meglio dire a riniziare o comunque a riprendere ostilità mai sopite. Da entrambe le parti. La risposta è immediata: l’esercito israeliano attacca Gaza. Fin qui nulla di nuovo. Se non che migliaia di innocenti sono e verranno massacrati. In entrambi i fazzoletti di terra, non importa a che fazione appartengono.
L’Europa intanto si schiera. Bandiere israeliane sventolano in vari Paesi. Dall’altra parte l’ambasciata di Palestina in Italia si appella alla comunità internazionale, e in particolare all’Italia, perché stia «dalla parte della giustizia e si assuma le proprie responsabilità…». E intanto la gente comune muore.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden telefona al presidente israeliano Herzog. La guerra è un affare di tutti, ognuno ha i suoi interessi. E così il mondo si spacca ancora una volta. Egitto e Russia si schierano dalla parte della Palestina. E intanto il popolo israeliano e palestinese affoga in una pozza di sangue.
Il punto non è chi ha ragione e chi ha torto. Nell’aspro e storico conflitto tra i due Paesi non ci sono giusti o meno giusti, vincitori o sconfitti. C’è una diatriba che viene alimentata ogni giorno. E a farne le spese sono donne, uomini e bambini che vivono assolutamente fuori dalle dinamiche politiche.
E il guaio che questa guerra viene venduta come religiosa, quando invece dopo tutto non lo è. La religione, qualunque essa sia, dovrebbe essere altro. Ma quando i contenuti vacillano è facile aggrapparsi a quello che è solo la brutta copia del sacro e della spiritualità.
Intanto l’Onu si attiva per la sicurezza in Medio Oriente. Ma sul piatto ci sono interessi politici, finanziari e di poteri forti che si mangiano in un solo boccone anche le Nazioni Unite. Chi ha lanciato la prima pietra? Ormai non conta più.
Siamo arrivati probabilmente a un punto di non ritorno. L’unica certezza è che l’umanità non vale più niente. L’Italia, poi, fa parte di una scacchiera internazionale, dove non è di certo il re, ma neppure il cavallo o l’alfiere.