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Immagine del redattoreSuor Cinzia

Cena di classe con Classe



Estate tempo di relax, di vacanza e anche di incontri. Il tempo propizio per organizzare dopo un po’ di anni una nuova cena di classe. Un articolo questo dal tono un po’ “Amarcord”, perché la mia cena di classe sfiora quasi i 40 anni dalla maturità.


E questo mi fa andare ad un passo del Deuteronomio (8,2): “Ricordati di tutto il cammino che l’Eterno, il tuo Dio, ti ha fatto fare questi quarant’anni nel deserto per metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti.”


C’è un comando preciso del Signore: ricordati! Ricordati del cammino fatto, di quello che avevi nel cuore, se hai osservato i comandi del tuo Dio, cioè se hai amato. Quale più grande relax di un invito ad andare con la memoria a periodi belli, arricchenti, di crescita, per non dimenticare, o detto ancor più precisamente per non scordare, cioè non lasciare cadere dal cuore. Per imparare come Maria a custodire nel cuore e permettere così che dal cuore affiorino le cose belle che abbiamo vissuto. E proprio dai ricordi si possono trarre momenti belli anche per l’oggi.


E a questo proposito cade bene la cena di classe della 5° F, la mia classe ai tempi di Ragioneria, una cena di classe con classe, proprio come una cena di gala, dove appena arrivi cogli che ciascuno per l’occasione ha indossato il suo abito migliore.


Certo, forse niente di speciale, neppure se dopo circa 40 anni e all’appello quasi tutti presenti. O forse qualcosa di speciale c’è, quella cosa speciale di tutte le relazioni che sono vere, non convenzionali, non di rito, dove si respira la forza e lo spirito del gruppo.


Ecco quindi cosa può avere di bello, di grande, una semplice cena di classe: dice che il tempo, la distanza, le scelte diverse, non possono cancellare il bene, che continua a crescere e il tempo che passa ne è proprio la prova.


Una cena che si conclude inevitabilmente con un corale: “grazie a tutti per la bella serata, da rifare quanto prima”, e questo perché in quel lasciare affiorare i ricordi dal cuore, ciascuno di conseguenza è venuto con l’abito più bello.


Giocando un po’ col latino, “habitus”, il vestito interiore, quell’attitudine o tendenza a dare il meglio di te, perché nel cuore si è lasciato affiorare la bellezza di momenti passati. Un bel ricordo, e il sorriso affiora sulle labbra.


“Ricordati del cammino fatto” (Dt 8,2), un imperativo a cercare oggi il buono e il bello che è stato. Dunque, gli amici e le cene, non solo perché è estate e quindi tempo di vacanze e di leggerezza, ma questo vuol essere anche un augurio per noi e per voi di tante altre “cene di classe con classe”, dove si tira fuori il meglio lasciando affiorare dai ricordi le cose speciali, il cammino fatto, e soprattutto fatto insieme. Un ricordo speciale della mia 5°F, ITC Bramante, maturità anno 1987. E poi comunque sì, abbiamo classe da vendere.


P.S.: Gesù avrebbe tanto da dire sugli amici, sulle cene, ma questa sarà una prossima puntata.

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