Nel Medioevo le istituzioni più potenti in Europa erano la Chiesa Cattolica Romana e il Sacro Romano Impero. Gli eccessi della chiesa di Roma, corrotta dalla pratica della simonia e dal mercato delle indulgenze, provocarono una violenta reazione popolare nel centro-nord Europa che scoppiò nel 1517, quando Martin Lutero prima, e Giovanni Calvino dopo, ottennero grande consenso parlando di un cristianesimo ricondotto alle sue origini evangeliche.
Dalle loro idee si sviluppò la religione protestante, cosicché l’Impero venne ad avere tre fedi: cattolica, luterana e calvinista. I cattolici diffidavano dei protestanti e i protestanti disprezzavano i cattolici chiamandoli “papisti”.
L’odio cresceva e l’Europa era una polveriera. Ogni nazione era spaccata in due, ma anche all’interno di una stessa famiglia poteva esserci divisione. La guerra religiosa era sempre di più nell’aria. In Francia la guerra tra cattolici e protestanti (detti Ugonotti), che si erano fatti un loro esercito e una loro capitale, La Rochelle, causò più cadaveri di quelli costati nelle guerre contro la Spagna.
In Inghilterra la dissidenza religiosa tra cattolici e protestanti fu rinviata solo grazie alla politica espansionistica, iniziata nel 1606, con la prima vera e propria colonia d’oltre Atlantico, la Virginia.
Il calvinismo aveva conquistato la Svizzera e l’Olanda. La Germania era divisa in sette Principati che formavano un Parlamento (detto Dieta). L’accordo di Augusta (1555) prevedeva il principio del “cuius regio, eius religio”, cioè ogni cittadino era tenuto a seguire la religione del suo Sovrano, ma se si rifiutava doveva emigrare in un altro Principato che praticava la sua religione. Era in qualche maniera un progresso, perché sostituiva il rogo con l’esilio.
I Paesi Scandinavi (Norvegia, Danimarca e Svezia) erano tutti convertiti al luteranesimo e quindi non c’erano dissidenze religiose. Ad Uppsala, trecento ministri protestanti e trecento laici, in rappresentanza di tutte le classi sociali, proclamarono che il trono di Svezia era accessibile solo ai luterani.
Invece, nell’Italia sottomessa alla repressione della Spagna e della Chiesa tutto era calmo. Non succedeva nulla perché l’Inquisizione riusciva a soffocare sul nascere ogni desiderio di libertà. Lo Stato Pontificio era concentrato solo alla difesa dei privilegi e dell’analfabetismo.
Nei vicereami di Napoli e Sicilia il 25% delle terre era di proprietà di enti ecclesiastici (la cosiddetta “manomorta”, perché i preti non lavoravano). Il restante 75% era quasi tutto in mano a latifondisti che, trasferitisi in città, erano diventati dei parassiti.
Riguardo al Vangelo, la Chiesa non voleva che il fedele lo leggesse da sé, perché questo era un compito che spettava in esclusiva al prete. In conclusione: il mondo moderno della Riforma aveva superato e condannato la società italiana, dove il popolo era ridotto ad una massa in