Ci siamo appena lasciati alle spalle uno degli anni più crudi e guerrafondai della storia moderna, ai tanti conflitti già presenti sul nostro Pianeta si sono aggiunti il perseverare della guerra in Ucraina e l’atroce conflitto israelo-palestinese.
Gli Stati membri delle organizzazioni internazionali non riescono a trovare un dialogo costruttivo di Pace che possa accompagnare le persone verso percorsi di riconciliazione, perdono e conoscenza.
Ci siamo lasciati alle spalle un anno in cui il nostro territorio ha denunciato la presenza, qui ed ora, di 1.500 minori, condannati a crescere secondo un regime di povertà che limiterà il loro accesso nel mondo del lavoro, la loro possibilità di scegliere le migliori cure, ma soprattutto metterà un freno al loro sguardo verso il futuro, verso quel senso di proattività e di sana arroganza che dovrebbe essere legittimo possedere nella fase della vita in cui gli obbiettivi coincidono con i sogni.
Entriamo nel 2024 come Capitale della Cultura, ma di quale cultura ci vogliamo fare portatori? Arriva a Pesaro un incarco di enorme responsabilità, di fronte ad uno scenario internazionale complesso e ad un contesto locale altrettanto articolato, ci viene chiesto, in qualità di singoli cittadini, di ribadire il ruolo centrale e nutritivo della cultura; abbiamo la possibilità di declinare il senso profondo dell’essere cultura e soprattutto recuperare collettivamente il senso profondo tra carità e cultura.
Veniamo da anni in cui Carità è sinonimo di buonismo e Cultura è spesso delegata a salotti più o meno elitari. Il 2024 può essere l’occasione per recuperare alcuni percorsi di contaminazione, in cui la riflessione sul senso della carità possa spingere la comunità intera a promuovere la cultura della carità.
Abbiamo l’occasione di ritornare a riflettere sul senso delle cose che ci circondano e di mettere a terra con azioni concrete, l’esito della riflessione dialettica e comunitaria inspirata da domande di senso collettivo.
Cosa c’è dietro al grido di un uomo in cerca di un luogo sicuro dove poter sognare di vivere? Cosa contiene nel suo senso profondo la parola “casa”? Cosa significa “avere cura”? Sono solo alcune delle domande che siamo potenzialmente chiamati a farci nell’anno in cui abbiamo l’occasione di ribadire ad alta voce che CARITÀ È CULTURA.