«C’è un Tempo per…»
- Caritas Diocesana
- 29 nov 2024
- Tempo di lettura: 2 min
(QO 3,1-SS)

«Tutto ha il suo momento e ogni tempo ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare…». Così il sapiente autore del libro biblico del Qoelet ci invita a riflettere sul valore del tempo e, nell’alternanza delle situazioni raccontate nel testo, vediamo, innanzitutto, la pazienza del tempo.
Non dobbiamo preoccuparci se oggi siamo nel pianto, perché domani saremo nel riso. La vita è fatta di molteplici esperienze, di momenti differenti, di avvicendamenti, di stagioni che ruotano e di profumi che cambiano. Non c’è da farsi fretta, poi ché nel tempo tutto arriva ed ogni cosa muta; tuttavia, se da una parte non c’è da farsi fretta, dall’altra non c’è nemmeno da attendere troppo, poiché il tempo è anche ritmo e scadenza.
Il tema del “tempo” è il filo che, come Caritas diocesana di Pesaro, abbiamo scelto per tessere e tenere insieme il rapporto 2024 sulla povertà, che analizza i dati dell’anno 2023 e propone un focus trasversale tra il 2023 e 2024.
Abbiamo condiviso questa riflessione sul tempo non solo all’interno del la nostra équipe Caritas, ma anche con le interlocutrici e gli interlocutori con cui condividiamo il nostro impegno di ricerca e analisi della povertà, le assistenti sociali del Comune di Pesaro e dell’Ats n.1 e l’Università di Urbino. Insieme a loro abbiamo declinato il tempo in almeno quattro concezioni.
La prima riguarda il tempo della cura, intesa non solo come cura sanitaria ma anche di relazione, di accompagnamento ed è quel tempo necessario e spesso lungo che serve per costruire il rapporto di fiducia tra noi operatrici e operatori e le perso ne che a noi si rivolgono, ma anche a costruire passaggi significativi nelle loro vite.
Poi, come seconda sollecitazione, c’è il tempo della progettazione (e del la co-progettazione) che ci aiuta a scandire questo tempo a volte dilata to e di disorientamento, che permette di dare un “ritmo” e un’evoluzione alle vite che incontriamo ma anche che dà sostegno e visione al nostro lavoro.
Come terza riflessione c’è il tempo ritrovato (o trovato per la prima volta) per le persone che incontriamo, a volte schiacciate in un presente di povertà e fatica ad immaginarsi in un futuro differente e ad aprire la mente a possibilità nuove e realizzabili.
Infine c’è il diverso valore del tempo, inteso per ognuno di noi, in base all’età, alle esperienze e ai momenti di vita, ma anche la diversa percezione che ne possiamo avere noi operatrici e operatori rispetto a quella che ne possono avere le persone che si trovano in uno stato di bisogno o in una condizione di solitudine.
Tutto questo ci aiuta a dare valore al tempo che dedichiamo all’incontro e alla relazione con l’altro, cercando di uscire da tensioni efficientiste e performanti, costruendo spazi accoglienti in cui le persone possano ritrovarsi e ritrovare speranza e fiducia nel proprio futuro.