L 27 LUGLIO IN PIAZZA DEL POPOLO A PESARO L’ARCIDIOCESI PESARESE HA ORGANIZZATO IL «BANCHETTO DEI POPOLI».
Insieme all’Arcidiocesi e i suoi uffici, tra i quali Caritas, coordinati da Damiano Bartocetti, hanno partecipato all’organizzazione anche il Movimento dei Focolari, il Rinnovamento nello Spirito Santo, Refugees Welcome, Festa dei Popoli e, ovviamente, vista la natura multiculturale dell’evento, hanno fatto parte del comitato di organizzazione anche la Comunità cittadina Nigeriana, quella dello Sri Lanka e l’associazione peruviana Jalsuri.
Il «Banchetto» si colloca in un periodo storico in cui le tensioni internazionali e numerosi atti di intolleranza in tutto il territorio nazionale stanno pericolosamente aumentando e dove il tema della fratellanza sta lentamente sparendo dal dibattito pubblico. La fraternità fra i popoli è l’unica base stabile e credibile per progettare un futuro in cui la vita di ogni uomo è destinata ad aggiungere valore al Mondo.
Il Banchetto si è aperto con l’Arcivescovo don Sandro Salvucci e un momento di spiritualità laica in cui numerosi testimoni hanno potuto condividere la loro esperienza dal palco della piazza; un momento interculturale e interreligioso che ha aiutato i partecipanti a calarsi nel Mondo ibrido degli spazi di confine, formato da identità precise che nell’incontro si privano di una parte del sé e si arricchiscono con una parte del noi che contestualmente si crea.
«Pesaro», dice don Sandro Salvucci «oltre che della cultura è Capitale anche di accoglienza e di fraternità, nella speranza sempre viva di un sogno di fraternità universale che si avvera». Dopo il momento di spiritualità il “banchetto” è proseguito con una grande cena condivisa.
Buona parte dei partecipanti sono arrivati al centro di Pesaro con dei piatti cucinati da casa; piatti tipici dei propri Paesi di provenienza e anche della tradizione locale.
Al centro della piazza, alcune tavolate sono state utilizzate per condividere le pietanze e offrire a tutti la possibilità di sperimentare nuovi sapori ma soprattutto conoscere e dialogare con nuove persone.
La serata è volta al termine con una serie di spettacoli multiculturali: danze e musiche dal mondo e premiazione del torneo di calcio Festa dell’Accoglienza Vallefoglia. Per una sera, l’intercultura, è stata messa al centro della scena pubblica pesarese, proponendo una modalità nuova di vivere la diversità, offrendo uno sguardo di ricchezza piuttosto che di diffidenza nei confronti del nuovo.
Il futuro, ci obbliga a costruire nuovi spazi di dialogo e comprensione, ci obbliga ad utilizzare occhiali nuovi per riuscire a «vedere dentro» piuttosto che «giudicare da fuori». Dobbiamo imparare sempre di più a «saper stare» nella diversità, anche quella, eventualmente, conflittuale, senza averne paura e con la continua perseveranza di chi vuole «costruire» piuttosto che «distruggere», «ricomporre» piuttosto che «disgregare».
Pesaro città della cultura, diventa almeno per un giorno citta dell’accoglienza e della fraternità e si prepara al prossimo 31 dicembre, quando ospiterà la Marcia Nazionale della Pace.
NOTA DEL DIRETTORE RESPONSABILE
Ma ancora c’è tanto da fare per l’inclusione di ogni forma essa sia. È vero per un giorno il cuore della città si è nutrito di persone provenienti da diversi Paesi, è stata una festa, ma l’integrazione non si può ridurre a poche ore in cui popoli diversi, culture diverse, pensieri diversi, si siedono attorno allo stesso tavolo per gustare le tipicità internazionali.
Sarebbe troppo poco e troppo facile. Occorre una politica sociale di accoglienza. Il Comune e lo Stato dovrebbero lavorare maggiormente e insieme su questo fronte comune. Spesso sono solo i privati e le associazioni o le Fondazioni a intervenire, ben vengano, ma non bastano.
È necessario un lavoro di squadra per creare nuove opportunità, non solo momenti di incontro che spesso sono fini a se stessi, ma un comune sentire che si operi per una integrazione a tutto tondo. Rispetto, ma non di sole parole. Il rispetto si costruisce con azioni che valorizzano. L’importante che al centro ci sia la persona, la sua identità e la sua ricchezza.